L’11 edizione della 100 km del Passatore si è svolta il 28 e 29 maggio 1983 e ha registrato 1.301 finisher nel tempo massimo di 22 ore. Mentre c’è stato un aumento di partenti con 3.408, 70 in più rispetto al 1982, c’è stato un parallelo decremento dei finisher, che erano stati 1.564 nel 1982. Il percorso allora misurava 101,500km, secondo il rilievo di Oscar Barletta. Tre i traguardi intermedi: Borgo San Lorenzo (30°km), Casaglia (51°km), Marradi (65°km) e quello finale a Faenza. A quei tempi c’erano sulla medesima distanza di ultramaratona anche la Torino-Saint Vincent, con già 22 edizioni, la 100 della Brianza e la 100 del Tagliamento. Inoltre il 16 ottobre ci sarebbe stata a Bologna l’unica 100 km in pista e il 2 ottobre la 1^ 100 km all’Isola d’Elba…
L’organizzazione era a cura dell’Unione Operaia Escursionisti Italiani con alla guida il 60enne Francesco Calderoni, di professione assicuratore e in gioventù praticante attività sportiva. La quota d’iscrizione era di L. 10.000 che, assieme a sponsor ed enti locali, permetteva in parte di recuperare i costi per organizzarla e che erano dell’ordine di una settantina di milioni. Due enormi orologi accolgono ogni finisher, uno con l’ora e l’altro il tempo impiegato. La partenza è stata data alle ore 16 di sabato 28 maggio con la consueta festa. Al traguardo di Faenza è giunto 1° assoluto il 30enne metalmeccanico Mauro Cilia (Novellara) in 6h57’08” = 14,599 km/h. Per prepararsi alla gara, Cilia ha percorso circa 4.000km di allenamento, beneficando in questo senso, negli ultimi mesi, della cassa integrazione e coprendo circa 200km settimanali, ovvero una trentina al giorno. Al 2° posto il 32enne ternano Fausto Coletti (7h18’33= 13,886 km/h), coniugato con Fabiana e padre di Francesca, di due mesi. Coletti invece si è preparato per tre mesi, correndo fra le due e le tre ore quotidiane, per circa 3.000km. Nei primi 30km di gara, egli non ha né bevuto né mangiato, poi una bevutina al 35°km, mentre al 75° un paio di polpettine al limone. Al 3° e 1° degli stranieri, il tedesco Fred Müller in 7h19’15” = 13,864 km/h. Mentre tra le donne, la 1^ delle 221 atlete partite e 37 al traguardo, Anna Zacchi (9h45’). Gli stranieri circa un centinaio. L’ultimo uomo al traguardo Pietro Falsini, giunto a piazza della Libertà di Faenza alle ore 11,56 di sabato 29 maggio 1983, seguito da Rosanna Rossin (19h57’). Il record del percorso rimane di Vito Melito con 6h40’31” (1977), atleta d’origine irpina con 4 vittorie al Passatore. La vincitrice delle edizioni del 1981 e 1982, Giuseppina Randi, è invece giunta quest’anno 3^ in 10h17’, preceduta da Irene Bandini (10h14’), 3^ invece nel 1982 (12h00’). Il 47enne Umberto Montevecchi, non vedente, è giunto al traguardo alle ore 11. Dopo 10 edizioni, per la prima volta una squadra spagnola si è presentata con 5 partecipanti. Per il vincitore Cilia, in premio cento bottiglie di Sangiovese, oltre alle consuete coppe e medaglie di circostanza. Atleti che alla vigilia erano stati dati come protagonisti, quali Vito Melito, Luciano Ceni, Don Ritchie, Alfredo Rodriguez, primatista mondiale delle 24h in pista, i fratelli Gennari, Antonio Viroli, per una serie di circostanze erano stati messi fuori corsa, anche a causa del freddo inatteso, da certe bevande ghiacciate, che avevano procurato problemi intestinali e così colpito i più accreditati protagonisti. Il vincitore Cilia avrebbe poi vinto la 100 km in pista a Bologna nel 1984, e concluso ancora il Passatore nel 1990 (8h07’39”) e 1993 (7h53’41”).
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