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Quando è davvero necessario integrare il ferro

È la ferritina il parametro che indica l’adeguatezza dei depositi di ferro dell’organismo: si tratta di un valore molto importante per inquadrare la causa di un’anemia e il suo eventuale trattamento:

  • se i valori di ferritina sono normali e non è presente anemia, non è il caso di assumere integratori di ferro;
  • se invece i valori di ferritina sono bassi, significa che i depositi di ferro sono ridotti e si è in una situazione di sideropenia; in questo caso conviene integrare anche in assenza di anemia, in quanto questi valori intercettano una situazione che spesso precede la comparsa di anemia.

Ma qual è il limite minimo dei valori della ferritina per considerarla “normale”? Gli esiti degli esami di laboratorio purtroppo aiutano poco, perché ciascuno fornisce un range di normalità diverso e per lo più non in linea con le raccomandazioni più accreditate.

Negli studi condotti, il valore della ferritina che identifica la sideropenia è variabile; alcuni studi propongono un limite di 30 mcg/L, altri 24 o 11 a seconda del sesso: per esempio la Mayo Clinic indica come normali i valori di 24-336 mcg/L per gli uomini e 11-307 mcg/L per le donne.

Tuttavia, il valore più comunemente usato per indicare l’assenza di depositi di ferro è di 10 mcg/L per gli adulti e 10-12 per i bambini, a seconda dell’età [1-3]. Vale a dire: se la ferritina è inferiore a 10 mcg/L (per l’adulto), allora i depositi di ferro sono troppo bassi e siamo in presenza di sideropenia.

Invece l’anemia si valuta sulla base dell’emoglobina: quest’ultima è normale se superiore o uguale a 120 g/l nella donna non in gravidanza, 110 nella donna in gravidanza, 130 nell’uomo. Se inferiore, siamo in presenza di anemia.

Mettendo assieme questi due parametri, emoglobina e ferritina, si consiglia di procedere in questo modo:

  • se c’è anemia, l’integrazione di ferro va effettuata anche se il valore della ferritina è maggiore o uguale a 10, sempre che si tratti di una anemia da carenza di ferro e non dovuta ad altre cause;
  • se non c’è anemia, ma la ferritina è bassa (minore di 10), va integrato comunque il ferro.

Negli altri casi, il ferro non va integrato: integrazioni in assenza di indicazioni specifiche possono essere svantaggiose, esponendo l’organismo ai danni di un eccesso di ferro, fattore di rischio di molte malattie croniche.

Naturalmente, l’integrazione di ferro non è mai un “fai da te”: deve essere un medico o un professionista della nutrizione a prescrivere il giusto dosaggio e durata. Tuttavia, è importante essere a conoscenza di quando evitare integrazioni inutili e dannose, sulla base di dati sopra esposti.

Dott.ssa Luciana Baroni, Medico, Geriatra, Neurologa, Nutrizionista

RIFERIMENTI

  1. “La diagnosi di laboratorio nella sideropenia”, Manuela Caizzi, Giorgio Paladini.
  2. Dagli atti del congresso PBM, Bologna 2018
  3. Beutler E, Waalen J. The definition of anemia: what is the lower limit of normal of the blood hemoglobin concentration? Blood. 2006 Mar 1;107(5):1747-50. doi: 10.1182/blood-2005-07-3046. Epub 2005 Sep 27. PMID: 16189263; PMCID: PMC1895695).

www.accademianutrizione.it

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