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Correre: i 5 errori da evitare

Sono più comuni di quanto si possa pensare e, soprattutto, impediscono al runner di migliorare la propria corsa. La buona notizia? Possono essere corretti

Molti corridori si autosabotano (inconsapevolmente) durante i loro allenamenti, cadendo in alcuni errori. Ne ho raccolti 5, i più frequenti, che ostacolano il runner nel raggiungimento dei propri obiettivi, a prescindere che siano salute, forma fisica o performance. 

1. I carichi di allenamento

L’errore più comune che osservo è legato all’allenamento: c’è ancora una diffusa convinzione che “di più” sia meglio, quando è stato ormai universalmente dimostrato e riconosciuto (anche dai pro) che non è necessariamente così.

Il training, in quella che viene considerata comunemente la zona 2, può essere considerato la vera chiave di volta sia per la salute sia per la performance. Ricercatori illustri come Iñigo San-Millán e Stephen Seiler lo dicono e lo confermano da anni: il segreto dello sviluppo dell’endurance è negli allenamenti aerobici.

Lo vedo negli allievi che alleno: quando le proporzioni di allenamento cambiano e iniziano a dedicare più tempo alla fase puramente aerobica, gli infortuni diminuiscono, correre diventa più piacevole e le prestazioni migliorano.

2. Correre: la respirazione

Oggi molte persone non sono più in grado di respirare in modo naturale. Posture sbagliate, stress e condizionamenti vari glielo impediscono, e tutto questo si riflette anche nella corsa. Soprattutto chi parte in quarta a bocca spalancata o che ansima dal primo all’ultimo chilometro di un allenamento o gara, deve assolutamente rivedere le proprie abitudini respiratorie.

Studi, ricerche, osservazioni di popolazioni aborigene ed esperimenti hanno permesso di individuare quali dovrebbero essere le corrette abitudini respiratorie per l’essere umano, tanto nella quotidianità quanto durante un’attività come la corsa.

La rieducazione respiratoria richiede un po’ di tempo e va cominciata abituandosi a respirare esclusivamente con il naso durante le corse a bassa intensità.

3. Scarpe e piedi

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un susseguirsi di record. Se da una parte gli atleti sono assolutamente da lodare per le loro prestazioni, dall’altra tutto questo è in parte merito anche degli indubbi progressi tecnologici compiuti dall’industria delle scarpe. I modelli indossati dai campioni del mondo promettono di far correre più veloce… ed è davvero così!

Prima però di investire nella prossima scarpa da running è necessario porsi una domanda: quanto si è investito sul piede che ci si mette dentro? Se non si hanno piedi allenati, forti ed elastici, quella calzatura servirà a poco. Alla fine si può indossare ciò che si vuole, ma è sempre il corpo a fare il lavoro.

Un corridore forte ha piedi forti, non scarpe super. Queste sono un “di più”. Nella mia scuola di corsa, la Running School di Correre Naturale, gli allievi eseguono protocolli per l’allenamento, esercizi specifici per gli alluci, per il controllo, per la forza e la mobilità del piede. Al termine del percorso corrono meglio non grazie alle scarpe, ma a piedi più forti.

4. Il condizionamento sociale

C’è una sorta di condizionamento sociale nella corsa, dove sembra che se non si corre a una certa velocità, non si può considerarsi un runner. Pensieri di questo genere, che vengono scritti in modo esplicito su blog e social media, mi rattristano, soprattutto perché c’è chi ci crede.

Se qualcuno si è sentito dire che lo scopo del running è solo andare più veloce, sappia che non è così. C’è molto altro dietro il gesto della corsa. Il consiglio è imparare a correre per il piacere che questa disciplina dà senza farsi condizionare da ciò che dicono gli altri. Bisogna correre, in primis, per se stessi.

5. I diversi usi della corsa

La corsa va usata o meglio ha diversi usi. Spesso non ci pensiamo, ma non esiste un solo modo di usare la corsa. Le nostre uscite, i nostri allenamenti e il nostro programma dovrebbero variare a seconda di quello che vogliamo ottenere.

La corsa è una vera e propria medicina, proprio come sostengo nel mio ultimo libro Corsa. La medicina perfetta, ma perché sia così dobbiamo volerla esplorare ed essere disposti a metterci in gioco. Dalla cura per ansia, depressione, insonnia, alla soluzione contro sovrappeso e obesità, a formula magica per aumentare longevità e salute del cuore, fino ad attività fisica impareggiabile per ottenere una straordinaria forma fisica: la corsa è tutto questo e anche molto di più. Il mio invito è quello di imparare a conoscerla e utilizzarla in ogni suo aspetto.

È solo l’inizio

Certamente ci sarebbe ancora molto da dire e molti insegnamenti da fare propri, ma se un corridore riuscisse a iniziare l’anno nuovo correggendo anche solo uno di questi errori, senza ombra di dubbio inizierebbe a migliorare la sua corsa e imboccherebbe finalmente la giusta strada per riuscire a cancellarli tutti e cinque.

DANIELE VECCHONI                                                          www.correre.it

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