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Ultratrail: imparare a correre di notte

Correre al buio è una condizione frequente nella corsa in natura. Ecco perché su Correre di luglio Fulvio Massa propone una panoramica in forma di appunti su tutto ciò che conviene conoscere per affrontare questa vera e propria “altra dimensione” con consapevolezza.

Jan Nyka / LUT

«Chi aveva letto il mio “Decalogo del primo ultratrail” su Correre di giugno, al punto “8” ha trovato scritto “La notte”. Questi ulteriori appunti sono proposti come una sorta di integrazione al tema del correre al buio. Ne ravviso l’urgenza perché per un neofita del mondo ultra quello del correre al buio è forse una delle condizioni più spiazzanti, anche da un punto di vista psicologico, probabilmente più di quanto non lo siano le immense distanze e le interminabili salite, e le notti d’estate, più facili da affrontare per meteo e luminosità, rappresentano l’occasione migliore per prendere confidenza con questa dimensione fuori dall’ordinario.   

Nel mondo del trail running, infatti, sono molte le competizioni che prevedono almeno un tratto in notturna, per cui, che piaccia o meno, chi decide di affrontare un ultratrail dovrà con grande probabilità confrontarsi con questo tipo di situazione.» scrive Fulvio Massa su Correre di luglio.

Le basi della corsa di notte

Fulvio Massa analizza quindi gli elementi fondamentali del correre di notte:

• Il piede, che nel lavoro propriocettivo funziona quasi come un organo di senso, perché deve adattare l’appoggio all’infinita variabilità del fondo, “sentendone” le irregolarità;

• L’occhio: normalmente il trail runner non vede dove sta appoggiando il piede, lo sguardo è proiettato sempre avanti e memorizza il punto di appoggio prima che esso venga toccato dalla scarpa.

• Vedere al buio: grazie ai due tipi di fotorecettori: i coni e i bastoncelli;

• L’illuminazione con le lampade: in caso di difficoltà a correre di notte non esitiamo a utilizzare modelli dotati di maggiore potenza di illuminazione o doppio dispositivo.

• correre al buio talvolta può creare senso di nausea o comunque di disturbo soprattutto per il fatto che viene a mancare la visione periferica;

• Allenarsi al buio senza lampada per aumentare la sensibilità corporea propriocettiva;

• Lampade frontali – le caratteristiche: illuminazione, potenza, autonomia, fascio luminoso.

Questo contenuto è una sintesi dell’articolo “La notte del trail runner”, di Fulvio Massa, pubblicato alle pagine 74-76 di Correre n. 489, luglio 2025.

02.07.2025 www.correre.it

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